lunedì 28 novembre 2011

sabato 12 novembre 2011

Ottopagine e Irpiniaoggi del 12.11.2011

Le prerogative per salvare l’Amu: Turnover e cda a costo zero, proposta di L. Giorgione.
Per salvare l’azienda da un presumibile fallimento bisogna individuare soggetti nuovi che effettivamente vogliono svolgere la mansione solo ed esclusivamente per il bene dell’azienda e a costo zero. I lavoratori ormai da anni lamentano la mancanza di organizzazione aziendale, del lavoro, per le omesse relazioni con il responsabile del traffico e precisamente col direttore tecnico di servizio. Lo stesso direttore tecnico stabilisce percorsi e prolungamenti degli stessi con improvvisate affissioni in bacheca degli ordini di servizio che non sono chiari nell’esposizione, per cui i dipendenti si ritrovano ad interpretarle senza nessuna logica di organizzazione del servizio prospettato. Il 60% dei mezzi non efficienti alla circolazione, agli orientamenti Europei 2011-2020 e dei lavoratori D.Lgs. n 81 del 2008 in campo di sicurezza; oltre all’aggravio degli elevatissimi consumi energetici e assicurativi che comportano. Non esiste un mansionario nonostante le innumerevoli richieste avanzate per un criterio di rotazione del personale e per i turni al deposito, tra l’altro il naturale deposito è in località Scarnecchia abbandonato da anni senza mai entrare in funzione. Mancanza dei riposi differiti che tale fenomeno è presente da oltre cinque anni, non è riconosciuta la reperibilità ai dipendenti, non sono rispettati gli accordi sottoscritti, è una cattiva gestione della cosa pubblica-privata, che penalizzano fortemente l’immagine dell’azienda e non procura un servizio agli utenti efficiente e in tutta sicurezza. Non esiste un protocollo che disciplina gli interventi di soccorso per le circolari in panne eseguiti fuori servizio, addirittura quando si è verificata la necessità, il direttore tecnico si è esposto alla guida delle stesse, presumibilmente senza le dovute competenze e screditando la professionalità dei dipendenti. Lo straordinario ordinario è svolto senza un criterio di rotazione ed esclusivamente ad alcuni dipendenti a danno di altri. L’operatore di servizio dopo aver esteso rapporto per qualsiasi problema omette di far sapere le decisioni prese in merito ai dipendenti, trascurando i principi inderogabili di trasparenza. Le riparazioni non sono eseguite da officine autorizzate e non sono monitorate per gli interventi espletati ai mezzi, si procede sulla fiducia del cambio del pezzo o altro, non vi è nessuna forma di trasparenza anche per il costo sostenuto. La direzione di servizio nega nonostante le continue richieste avanzate dai dipendenti, l’adeguato equipaggiamento in rispetto del suindicato decreto legislativo riguardo alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Non c’è trasparenza per la ripartizione del premio produzione. Dulcis in fundo la direzione di esercizio impone la transitabilità in tratti di strada, dove si presentano oggettive situazioni di pericolo per il fondo stradale, costituendo una minaccia per la sicurezza dei mezzi e dei trasportati, arrecando sicuramente agli stessi mezzi danni elevati e che a farne le spese sono esclusivamente i dipendenti e i cittadini, per le tasse che pagono per un servizio insufficiente e inefficace.
Ariano I. lì 11.11.2011
F.to
Luciano Giorgione